Blog
La storia del tè…

Il Tè rivendica a pieno titolo il privilegio di essere una delle bevande più antiche e consumate sulla terra, seconda solo all’acqua con cui si prepara e vanta una storia che si fa risalire a 5.000 anni fa anche se le sue origini sono avvolte nel mistero.
Secondo la leggenda cinese, l’imperatore Chen Nung (Shen Nung), detto il Divino Mietitore per l’impulso da lui dato all’agricoltura, era così fiscale per il rispetto dell’igiene che non beveva altro che acqua bollita e aveva ordinato ai propri sudditi di attenersi allo stesso precetto.
Un giorno, nell’anno 2737 a.C., mentre l’imperatore era seduto a riposare all’ombra di un albero di tè selvatico, una leggera brezza fece cadere alcune foglie di tè all’interno dell’acqua messa a bollire e essa aveva assunto un invitante color oro. La curiosità prevalse e il grande imperatore assaggiò per la prima volta la deliziosa bevanda chiamata poi tè. Dopo averla bevuta si sentì preso da un benessere indicibile e volle conoscere meglio l’albero che aveva prodotto quella foglia meravigliosa e benefica, favorendone così l’uso e la coltivazione. La storia ufficiale fa risalire l’uso del tè come bevanda ai primi secoli della nostra era e ne possiamo dividere le tecniche di preparazione in tre scuole: quella del tè bollito; quella del tè sbattuto e infine quella del tè infuso. In precedenza, le foglie della pianta, chiamata Tu, erano raccolte e ridotte in poltiglia fino a formare degli impiastri da applicare sulle parti doloranti per alleviare i dolori reumatici. Queste tre scuole del tè sono significative delle epoche in cui esse prevalsero e che corrispondono alle dinastie cinesi Tang, Sung e Ming. Nel IV secolo d.C. il tè si preparerà facendo essiccare le foglie per poi pressarle fino ad ottenere dei panetti duri e facili da trasportare. Per poterlo consumare si doveva staccare la quantità necessaria da questo blocco, frantumarla nel mortaio e poi bollirla in acqua con altri ingredienti come il sale, lo zenzero, la buccia d’arancia e il latte e qualche volta addirittura le cipolle. Ancora oggi nel Tibet, in Mongolia e anche in India il tè viene preparato quasi allo stesso modo.
Nell’VIII secolo gran parte degli ingredienti sono scomparsi ed è sopravvissuto solo il sale. Il tè è ormai una bevanda alla moda e molto diffusa tra i dignitari di corte.
E’ in questo periodo che viene scritta la prima opera “scientifica” sul tè: il Canone del Tè o Cha Ching del poeta Lu Yu (Lu Wu). Sotto la dinastia Sung il tè gioca un ruolo preponderante nella civiltà cinese. Costituisce parte del tesoro imperiale, viene usato come moneta di scambio e soprattutto quale mezzo di pagamento per i cavalli acquistati presso le popolazioni mongole del nord e la Corte Imperiale vi ha posto il monopolio di Stato. In questo periodo si ha la nascita di un nuovo modo di preparare e bere il tè. Le foglie vengono pestate fino a ridurle in polvere finissima; questa verrà messa in una ciotola e, con l’aggiunta di acqua calda, sbattuta con un frustino di bambù fino a farla schiumare. Il tutto accompagnato da un rituale molto preciso che oggi sopravvive solo in Giappone nella Cerimonia del tè (Cha no yu). L’invasione mongola e l’avvento della dinastia Ming, nel XIII secolo, faranno scomparire completamente anche il ricordo di questa tecnica. Le foglie, adesso, vengono fatte essiccare e poi lasciate pochi minuti in infusione in acqua non bollente. Il tè è giunto in Europa nel 1632 e gli occidentali hanno per molti secoli conosciuto solo questo modo di preparare il tè.
Controversa è l’origine dell’aggiunta di latte o limone, così British e tipica del teatime. C’è chi sostiene che una delle motivazioni era l’evitare la rottura delle tazze che raffreddate con una punta di latte, non si spaccavano a contatto con l’acqua bollente.
La pianta del Tè è una sempreverde, con piccoli boccioli bianchi che somigliano a roselline, originaria della Cina, del Tibet e dell’India del Nord.
Nel suo libro, Il Canone del Tè, Lu Yu parla di una pianta di tè selvatica nel Sichuan il cui tronco era così grande che le braccia di due uomini non sarebbero state in grado di cingere e sembra che nel Sichuan e nello Yunnan si trovino ancora molti di questi alberi che s’innalzano anche oltre i 12 metri.
Quando le piante da tè crescono senza cure possono raggiungere anche i 10 metri ed è per mantenerle ad un’altezza utile alla raccolta che i piantatori le potano a 60 o 90 cm. Il primo a descrivere la pianta del tè fu il botanico svedese Carl von Linne (Linneo) nel 1753 che la chiamò Thea Sinensis, cioè Tè Cinese. Linneo era erroneamente convinto che il tè verde e il tè nero provenissero da due piante differenti mentre si sa che non ci sono tante varietà di piante quante sono le varietà di tè commercializzate. Queste ultime sono il frutto di differenze relative alle zone di crescita, al suolo e alle condizioni climatiche, al metodo di lavorazione e al periodo o al tipo di raccolta. La maggior parte dei coltivatori utilizza solo tre tra le specie di piante che vengono individuate sulla base della loro provenienza geografica: Cinese, Assamica e Cambogiana. Il tè oggi in commercio, cresce in una cintura che circonda la terra al di sopra dell’Equatore. I giardini migliori sono quelli che si trovano ad altezze inferiori ai 1800 metri. L’altezza e le nebbie montane aiutano la pianta proteggendola contro l’eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza. Molti dei più rinomati tè cinesi provengono dalle famose montagne Wuyi nel Fujian, Lushan nello Jiangxi, Emei nello Sichuan e Huangshan nell’Anhui.
Coltivazione e Raccolta del Tè Le piante di tè sono prodotte da semi della grandezza di una nocciola, raccolti in ottobre e tenuti tutto l’inverno in una mistura di sabbia e terra.
In Primavera vengono piantati in una nursery area o direttamente nel terreno alla profondità di circa 1 metro. Dopo la prima fase di sviluppo, le piantine vengono potate ogni settimana per evitare una crescita eccessiva. La raccolta inizia al terzo anno nei giardini a bassa quota e al quinto in quelli di alta quota e la vita produttiva va dai 30 ai 40 anni ma alcune piante, generalmente selvatiche, hanno una vita produttiva superiore ai cento anni. Le piante possono essere prodotte anche con il sistema della margotta, cioè con il trapianto di rami radicati. Fino al 1960 si procedeva per clonazione partendo dal taglio dalla foglia piuttosto che dal ramo.La maggior parte delle piante di tè ha un periodo di rigoglio o di crescita e una fase di quiescenza. Le foglie sono raccolte quando i giovani getti o germogli stanno venendo fuori. Nei climi più caldi le piante germogliano più frequentemente nel corso dell’anno e la raccolta può avvenire tutto l’anno. Ad alta quota c’è una diversa stagione di raccolta.
In molte parti della Cina la stagione dei raccolti inizia ad aprile e si conclude ad ottobre. La raccolta è stagionale anche nel Nord dell’India e in Giappone.
Le parti scelte per la raccolta fine sono le ultime 2 foglie e la gemma apicale, per la preparazione di tè corrente si raccolgono anche la quarta e la quinta foglia. Esse vengono staccate con le unghie e con un movimento verso il basso delle dita.
In India il tè è coltivato in grandi piantagioni che progressivamente si stanno meccanizzando mentre in Cina il tè è prodotto principalmente in piccoli appezzamenti familiari situati in collina, dove la meccanizzazione è più difficoltosa. La raccolta manuale rimane una delle operazioni più importanti che non è stata ancora sostituita con successo da quella meccanica. È anche vero che se la raccolta è ancora manuale e viene fatta da dita espertissime questi giardini sono altresì altamente meccanizzati in altri campi, quali ad esempio l’irrigazione automatica.